Banche Europee Sempre Più Sicure, ma Sempre Meno Competitive

Il terzo principio della dinamica che enuncia “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria” si può applicare anche alle banche europee.

Le leggi sempre più stringenti per farle diventare “banche sicure” vanno a cozzare contro la loro competività, ritiene la Federazione bancaria europea.

L’organismo commerciale vuole che l’UE lo riconosca come un “settore strategico”, il settore bancario, garantendo che i finanziatori europei rimangano competitivi a livello globale.

Questo potrebbe portare qualche nervosismo a Bruxelles.

Ogni azienda vuole meno restrizioni sulle proprie operazioni.

Le banche senza dubbio vorrebbero alleggerire il carico di capitale aggiuntivo detenuto a fronte delle varie attività che hanno nei loro bilanci.

Ciò può significare una minore remunerazione – dividendi e riacquisto di azioni proprie – per i loro investitori.

Ma ad essere onesti, questa non è la lamentela immediata del settore. L’EBF chiede un insieme di regole più coerente in tutta l’UE.

I recenti sforzi ad hoc per le tasse bancarie a livello nazionale, come in Italia, per raccogliere fondi per le casse pubbliche esaurite, ad esempio, non aiutano.

Le banche lamentano che le misure locali guidate dalla politica non vengono valutate in termini di effetti competitivi.

Un esempio è il modo in cui il mercato percepisce le banche europee: non bene. Nel gennaio 2008 la capitalizzazione di mercato di JPMorgan rappresentava meno del 18% di quella delle prime 10 banche europee messe insieme.

Banche Europee Sempre Più Sicure, ma Sempre Meno Competitive

Oggi il valore di JPMorgan rappresenta ben oltre il 90% dei leader europei.

Ma non è solo una questione di regolamentazione.

Gli investitori si saranno giustamente chiesti se i finanziatori europei fossero dei buoni amministratori del capitale, data la quantità di capitale che hanno raccolto dopo la crisi finanziaria.

Il numero delle azioni di Santander è aumentato dell’85%; UniCredit di quasi 11 volte. Tutti avevano le loro ragioni.

Ma mentre JPMorgan ha dovuto salvare istituzioni in difficoltà come l’istituto di credito ipotecario Washington Mutual, potrebbe comunque ridurre il numero delle sue azioni dal 2008 del 27%.

Le banche di tutto il mondo, compresa la potente lobby statunitense, lamentano di essere ostacolate da norme e regolamenti in continua espansione.

È vero, la mancanza di una vera unione bancaria è un vero problema in Europa, da qui l’appello dell’EBF ai legislatori e non solo ai cani da guardia.

Il gruppo sottolinea il calo della quota della regione nell’attività dei mercati finanziari globali in Europa, dal 18 al 10%, dal 2008. Ma in quel periodo gli Stati Uniti avevano perso una quota simile.

Ciò è comprensibile, seppure tipico, delle attività di lobbying per livellare il campo di gioco con i concorrenti globali.

Ma ciò avviene proprio mentre la redditività delle banche europee (e la performance dei prezzi delle azioni) è migliorata notevolmente, aiutata dal vento favorevole dei tassi di interesse più elevati.

Vestire tutto questo con uno status strategico, una designazione inesistente con benefici poco chiari, sembra semplicemente un po’ strano.

Elenco delle maggiori banche europee e del paese di appartenenza

PosizioneGruppo bancarioPaese
1BNP ParibasFrancia
2Crédit AgricoleFrancia
3Banco SantanderSpagna
4Société GénéraleFrancia
5Intesa SanpaoloItalia
6Deutsche BankGermania
7UniCreditItalia
8BarclaysRegno Unito
9UBSSvizzera
10HSBCRegno Unito

Note:

  • L’elenco è basato sulla capitalizzazione di mercato al 20 aprile 2024.
  • Alcune banche operano in più paesi. In questo caso, la nazionalità indicata è quella della sede centrale.
  • L’elenco include solo le banche con sede nell’Unione Europea.

Fonti:

: Finanza.economia-italia.com

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