Quando si parla di azioni ENI molti si chiedono perchè così tanti italiani in questi ultimi 20-30 anni abbiano investito soldi in questo titolo, le risposte sono molteplici.
Gli italiani investono in azioni ENI per diversi motivi, tra cui:
Dividendo alto e affidabile: ENI ha una lunga storia di pagamento di dividendi agli azionisti, anche durante periodi economici difficili. Questo la rende un’opzione interessante per gli investitori che cercano un flusso di reddito regolare dal loro portafoglio azionario. Nel 2023, ad esempio, ENI ha distribuito un dividendo di 0,89 euro per azione, con un rendimento da dividendo del 5,4% circa al prezzo di mercato attuale.
Stabilità e dimensioni: ENI è una delle più grandi aziende in Italia e opera in un settore relativamente stabile, quello energetico. Questo la rende un investimento percepito come relativamente sicuro rispetto ad altre azioni, soprattutto in periodi di incertezza economica.
Prospettive di crescita: ENI sta investendo pesantemente nelle energie rinnovabili e nella transizione energetica. Questo posiziona l’azienda per una crescita futura, il che la rende interessante per gli investitori con un orizzonte di investimento a lungo termine.
Percezione come azienda nazionale: ENI è vista da molti italiani come un’azienda nazionale importante e una parte del patrimonio del paese. Questo senso di orgoglio nazionale può incoraggiare alcuni investitori a detenere azioni ENI, anche se potrebbero non essere l’opzione di investimento più redditizia a livello puramente finanziario.
Oltre a questi fattori, la popolarità delle azioni ENI tra gli investitori italiani può essere influenzata anche da fattori come le raccomandazioni degli analisti, il sentiment generale del mercato e le condizioni economiche generali.
È importante notare che investire in azioni comporta sempre dei rischi e non vi è alcuna garanzia di rendimenti futuri. Gli investitori dovrebbero sempre fare le proprie ricerche e comprendere i rischi coinvolti prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.
Ecco alcune risorse aggiuntive che potrebbero essere utili per capire meglio questo titolo azionario:
- Sito web di finanza personale: https://finanza.economia-italia.com
- 10 Pro e Contro di investire in ENI
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Risultati 1° trimestre 2024
La performance di Eni nel primo trimestre del 2024 ha superato le aspettative, con miglioramenti significativi nelle prospettive finanziarie. Si prevede che il flusso di cassa rettificato dalle operazioni (CFFO) e l’utile prima degli interessi e delle tasse rettificati (EBIT) supereranno i 14,5 miliardi di euro ciascuno. Inoltre, la società ha aumentato il suo piano di riacquisto da 1,1 miliardi di euro a 1,6 miliardi di euro.
A seguito di questi risultati, sono state confermate le previsioni per l’intero anno 2024, già superiori alle precedenti guidance di Eni. Le stime sono state riviste per riflettere i nuovi Key Performance Indicators (KPI) proforma e i cambiamenti nella struttura di reporting divisionale. Dall’anno fiscale 2025 in poi si prevedono lievi miglioramenti grazie al maggiore riacquisto.
Il titolo è attualmente valutato a circa 7 volte il rapporto prezzo/utili (P/E) per l’anno fiscale 2024, sulla base di un prezzo del petrolio Brent di 80 dollari al barile, con un rendimento del Free Cash Flow (FCF) dell’11%. Ciò si confronta favorevolmente con la media storica di circa 12,5 volte il P/E e con un rendimento FCF a una cifra medio-alto. Si prevede che il rendimento totale per gli azionisti sarà intorno al 10%, trainato da un rendimento da dividendi del 7% e da un rendimento del 3% derivante dai riacquisti. Il rating dell’investimento rimane “BUY” con un prezzo obiettivo di 19,50 euro per azione, sulla base del modello di valutazione della somma delle parti (SOTP).
Analisi tecnica
La performance dell’ENI, spesso simbolicamente definita il “cane a sei zampe”, ha mostrato variazioni minime con un leggero aumento dello 0,04% alla fine della sessione di negoziazione.
Il titolo ha iniziato la giornata in modo forte, aprendo a 15,38 €, leggermente al di sotto del massimo della sessione precedente, ma si è indebolito nel corso della giornata.
Nel corso della settimana, rispetto all’indice FTSE MIB, ENI ha mostrato una debolezza relativa, rendendola potenzialmente vulnerabile ai venditori che cercano di trarre vantaggio da eventuali debolezze percepite nel titolo.
In termini di analisi di medio termine, Eni si trova ancora in una fase positiva, operando in modo trasversale in tutto il settore energetico.
Tuttavia, l’analisi a breve termine indica un trend rialzista meno intenso, con difficoltà nel testare il massimo di 15,44€, con il primo livello di supporto a 15,16€.
Le implicazioni tecniche suggeriscono che potrebbe svilupparsi una tendenza ribassista a breve termine, che mira a un fondo imminente intorno a 15,05 €. La valutazione del rischio rimane controllata, con volumi di scambi giornalieri pari a 8.427.046, inferiori alla media di un mese di 9.621.114, e una volatilità giornaliera pari a 1.153, che indica piccole fluttuazioni dei prezzi.
Dopo una giornata di contrattazioni negativa, il titolo ha aperto alle 15,38, in rialzo di 0,08 punti rispetto all’apertura del giorno precedente. Ha dovuto affrontare pressioni di vendita per tutta la giornata, chiudendo infine in ribasso a 15,26, anche dopo aver raggiunto un massimo di 15,4 durante la sessione. Nonostante ciò il titolo ha evidenziato una performance leggermente positiva con una variazione dello 0,04%. Questo particolare giorno di negoziazione è caratterizzato come un giorno ‘interno’, suggerendo che una rottura rispetto ai livelli estremi del giorno precedente potrebbe potenzialmente accelerare un movimento direzionale. C’è stato un moderato aumento del volume degli scambi del 5,87%, che supporta la possibilità di un continuo movimento al rialzo, anche se sono necessari aumenti significativi del volume per uno slancio rialzista sostenuto. L’orientamento generale del mercato rimane neutrale nel medio termine e ribassista nel breve termine.
Gli indicatori tecnici forniscono segnali contrastanti. La posizione della media in rapido movimento al di sotto del prezzo di chiusura riafferma la prospettiva ribassista a breve termine, senza chiari segnali di trading derivati dall’analisi dell’oscillatore stocastico, che si trova a 44,6, senza ancora raggiungere la zona ipervenduto. Inoltre, l’analisi dell’indice di forza relativa (RSI) introduce un grado di incertezza, mostrando una divergenza tra l’impostazione a breve termine e il suo valore attuale di 53,6, che si trova nella fascia più alta del suo intervallo. Di conseguenza, per chi detiene il titolo, in questa fase è consigliabile non avviare né posizioni rialziste né ribassiste.
Volumi Medi (5, 21, 5/21) | Variaz% (1, 5, 21) | Volatilità (5, 10, 21) | |
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8.646.352 * 10.142.894 * 0,853 | 0,039 * 0,013 * 4,880 | 14,516 * 19,177 * 18,495 | |
Durata media cicli di mercato | Divergenza valida 5gg.max | Candlestick valido 3gg.max | |
Di Breve: 16 – Di Medio: 38,000 | Individuata una Divergenza Ribassista sugli oscillatori. |
Previsioni prezzo azione, o target price:
Target Price: 17,00 €
Prezzo attuale: 15,26 €
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